sabato, febbraio 12, 2005

ESTRATTO DAGLI ARCHIVI SEGRETI DELLA POLIZIA DI UNA CAPITALE EUROPEA


Riccardo Freda, pioniere assoluto con pochi altri del cinema di genere in Italia, ha saputo ritagliarsi un suo spazio nella storia del cinema. Amatissimo in Francia per i suoi film gotici, la sua filmografia sterminata è composta da film singolari che seguono in modo certamente involontario un percorso quantomeno curioso. In effetti se i primi anni della sua produzione lo vedono impegnato in un cinema avventuroso (spesso anche di cappa e spada), egli sarà anche uno dei maggiori autori del peplum, genere che servì a tantissimi registi, data la sua predisposizione alla contaminazione, per farsi le ossa ed arrivare preparati all’esplosione del western che di lì a poco invaderà le sale di tutto il mondo. Freda però, nonostante il suo sia un cinema indiscutibilmente commerciale, seguirà strade più difficili, seguendo, ma solo per poco, la scia del successo del film che per molti rimane il suo capolavoro: "L’Orribile segreto del dott. Hitchcock", un film gotico elegante e morboso che riesce a trattare, seppur in modo superficiale, il tema della necrofilia in tempi piuttosto "difficili". Successivamente tornerà anche a fare film d’avventura, ma più passano gli anni, più il cinema di Freda si macchia di sangue e di effettacci, sembrando ormai in balia dei produttori più biechi, egli realizza in particolare tre pellicole incredibili, film obiettivamente brutti, ma che oggi come allora attraggono gli spettatori del cinema più bizzarro per l’efferatezza di alcune scene e per l’atmosfera delirante che le pervade. Trattasi, oltre al film in questione, de "L’iguana dalla lingua di fuoco" e "Murder Obsession".
"Estratto dagli archivi…" è un film preceduto da una reputazione agghiacciante, pare addirittura che lo stesso Freda, quando gli chiesero a proposito del film in un’intervista, non si ricordasse di averlo girato….!!! Ma le versioni più "ufficiali" raccontano semplicemente che egli disconobbe il film a causa di fortissimi dissapori con la produzione.
Non solo…il film rimase per quasi due decenni totalmente irrecuperabile, spacciato su fanzine di cinema di genere come "noir carico di sangue", (da fans che con tutta probabilità non avevano visto il film) visto pochissimo e solo, o quasi, da spagnoli (perché trattasi in questo caso di co-produzione con la Spagna) perché in Italia uscì in pochissime sale….insomma un film misterioso che alimentò le voci più fantasiose (che il film addirittura non fu mai neanche girato…!!). Considerato come perso per sempre, è stato invece restaurato (ottimamente come già per altre opere del nostro cinema di genere) dalla Fondazione Prada, e proiettato in occasione della rassegna "Il cinema Italiano visto da Milano".
Tutti i titoli di testa hanno come fondo sonoro un sorprendente pezzo cantato da Ernesto Brancucci aka Bob Deramont, mentre il testo alquanto morboso è dello stesso Freda.
Ma veniamo alla cronaca: Bill, un rampollo della grossa borghesia, Jo, sorta di latin lover anni 70’ con tanto di radici gitane, Fred, freak sempre legato alla sua chitarra e Jane, ragazza monoespressiva e annoiata, sono al largo in barca a vela (quella di Bill) nel calore di una bella giornata estiva. Mentre quest’ultimo si fa infinocchiare dagli altri due scommettendo soldi su chi indovina i nomi dell’attrezzatura marittima (vele nodi ecc…), la candida Jane prende il sole annoiata come non mai, forse dalla lancinante melodia della chitarra di Fred. Nonostante l’evidente interesse portato agli averi di Bill da parte degli altri ragazzi, la giornata scorre tranquilla e nel buon umore, come un’ordinaria giornata di vacanza fra amici.
Tornati a terra, Bill si apparta con Jane approfittandone per regalarli una collana di perle che in un flashback illuminante, sappiamo essere, volente o nolente un oggetto ambiguo… (Bill per scucire dei soldi alla madre inscena una farsa: regala la collana alla madre dicendole che era maledetta, che condusse i suoi precedenti proprietari ad una morte orribile ma che fu però esorcizzata e liberata dal suo influsso negativo….ironizza anche sulla maledizione ma è troppo tardi: la madre ormai visibilmente impressionata, si rifiuta di indossarla e per liquidare il figlio apparentemente deluso, li promette di rinverdire il suo conto in banca….).
I nostri, una volta la giornata arrivata al termine si mettono in strada per tornare a casa, ma presto rimangono senza benzina e come se non bastasse sotto un violento acquazzone. I tre ragazzi spingono quindi l’auto fino al benzinaio più vicino. Giunti ad una piccola stazione servizio, un benzinaio dall’aspetto lugubre appare loro in modo fulminante (e qui i più attenti avranno riconosciuto il vecchio….il tenutario del saloon deserto di "Per un pugno di dollari" di Leone!!).
Si apre una discussione aspra per avere la benzina, Bill ha i traveller cheques ma neanche un documento, il vecchio si rifiuta di servirli, ma una volta vista la povera Jane infreddolita (ma sempre inespressiva), il vecchio sembra commuoversi e regala ai ragazzi uno spruzzo di benzina indicando loro una "scorciatoia". La benzina era poca e in effetti nonostante la scorciatoia i nostri si ritrovano nuovamente fermi, ma questa volta davanti ad una villa dall’aspetto un po’ funereo. Chiedono aiuto ai proprietari che si dimostrano subito accoglienti nonostante i loro modi piuttosto strani. Lui, Lord Alexander (un Luigi Pistilli quasi sull’orlo del precipizio, di lì a qualche anno morirà suicida) li invita ad entrare e lei, Lady Alexander (una sempre affascinante e seducente Luciana Paluzzi qui palesemente a disagio. …) fa accomodare, i ragazzi in cucina dando loro da mangiare, e la bella Jane in un bagno caldo. Dopo di chè i padroni di casa spariscono segregando i giovani in cucina, puntualizzando di avere "ospiti".
Una volta saziati, i ragazzi le provano tutte per ammazzare il tempo, giocare a carte, ascoltare i talenti di Fred alla chitarra (e anche qui i più attenti avranno riconosciuto Fred….l’agente speciale al servizio del Commissario Betti/Merli nel caposaldo del poliziottesco "Roma Violenta"). Jo visibilmente nervoso non regge la musica di Fred (come non capirlo), il bravo Bill prende però le difese dell’"amico" esclamando addirittura che potrebbe diventare qualcuno….. Fred chiude il dibattito in modo perentorio dicendo la sua sul mondo dello spettacolo: "In questo mondo se non hai un figlio di mignotta che ti protegge, te la prendi sempre nel culo…!!!".
Improvvisamente Bill vede alla finestra il vecchio benzinaio che li spia, ma una volta uscito per prenderlo questi sparisce. Ma non è finita: viene anche a mancare la luce, Jane sola nella vasca piena neanche a metà, è la prima a muoversi, e presto anche i ragazzi lasciano la cucina per fare un giro tra le innumerevoli stanze dell’enorme villa dei misteriosi coniugi Alexander.
La candida ragazza finisce in sala dove tra addobbi di velluto nero e viola, bare, tavolo sacrificale, croci, pugnali, spade e altro ancora irrompe nel bel mezzo di una messa nera alla quale partecipano oltre ai padroni di casa e a un’improbabile organista donna, (i primi piani sulle mani fanno il verso alle mani dell’ "Abominevole dott. Phibes" interpretato con tutt’altra verve dal grande Vincent Price) una sfilza di comparse esilaranti per la loro pallida interpretazione….(tra cui spicca un’anziana donna che i più attenti ricorderanno come comparsa nei vari film anni ’80 con Boldi e Pozzetto sempre nei panni della sciura babbiona Milanese, nonché in qualche oscura pubblicità di qualche anno dopo…).
Una volta scoperta, Jane viene presa di forza e messa sul tavolo sacrificale (coperto da un’inquietante lenzuolo bianco), la sua ora sembra arrivata, ma i ragazzi fanno irruzione al momento giusto e Bill, nel tentativo di salvare la sua amica da una morte certa, (Lady Alexander la sta pugnalando violentemente al cuore) uccide proprio la maestra del cerimoniale.
E qui…..scena madre del film, si apre un’orgia di sangue degna di un Horror di Fulci: la morte di Lady Alexander che agonizza con abbondanti perdite di un sangue denso e rivoltante (il coltello destinato a Jane le è arrivato in pancia), manda totalmente fuori di testa tutti gli altri adepti del demonio che escono di senno e iniziano senza nessun apparente motivo, non a dare la caccia ai ragazzi, ma a trucidarsi tra di loro !! Effettacci a go-go nel più puro dello stile della scuola italiana (pensate un po’ corre l’anno 72’ e gli effetti speciali sono di Carlo Rambaldi che solo un decennio più tardi lavorerà con Spielberg per "E.T" !!!) decapitazioni, teste tagliate in due per la verticale, uno dei posseduti tira fuori anche una pistola e spara all’impazzata, pure a Lord Alexander, la povera organista giace a terra la faccia nel fuoco del camino, tutti perdono sangue a litri meno i ragazzi che se la danno a gambe levate…
Una volta fatta benzina riprendono l’auto e scappano, ma non prima di assistere alla morte di Lord Alexander che in preda a rabbia e dolore si scaglia con violenza fuori dalla finestra (secondo piano…mah!!).
I ragazzi tornano alla stazione di servizio che ha dato il là a questo incubo di sangue, (è evidente che il vecchio ha dato loro abbastanza benzina solo per arrivare dritti dritti alla villa) ma una volta arrivati in loco, non trovano altro che una vecchia stazione abbandonata…il mistero s’infittisce…
I ragazzi vanno a casa di Bill dove trovano la madre piuttosto scostante che rifiuta di dare loro ospitalità nascondendosi dietro scuse improbabili del tipo: "La servitù è in ferie, le stanze non sono pronte", Jo fa prova di grande tempismo e dimostra di non essere secondo a Bill in quanto a cinismo…..scuce il doppio dei soldi che la madre offre ai ragazzi per andare tutti in albergo a sue spese… I nostri prendono quindi due moto e vanno nella casa di campagna del padre, poco distante, mentre la madre torna dal giovane amante che impaziente, la aspettava in camera da letto. Una volta arrivati vedono in Tv un dettagliato servizio al telegiornale sul massacro della villa, terrorizzato più degli altri, Bill si apparta, di lì a poco verrà trovato morto da Jane in una stanza, con il volto viola e una strana gelatina verde che li esce dalla bocca….Anche Fred si sente male, mavido di sudore e allucinato, si mette a letto ma non riesce a prendere sonno, improvvisamente si alza, va in bagno, e come posseduto prende il rasoio e si taglia la gola. Scena di grande impatto con schizzi di sangue copiosi. (gli stessi schizzi sdoganati nel "Kill Bill" di Tarantino e celebrati da critici che improvvisamente e clamorosamente si scoprono amanti e conoscitori del cinema di genere italiano….).
E’ veramente troppo per Jane e Jo, che prendono la moto e scappano in campagna. Distesi su un prato i due si lasciano andare finalmente a qualche effusione amorosa, ma dopo un paio di baci Jane è mostruosamente sfigurata !!! Impressionato dall’aspetto di lei, (che praticamente non ha più le labbra che sembra siano marcite, con tanto di vermi che strisciano qua e là…) lui prende la moto e se la batte in ritirata. Tanto è lo schifo che si dà alla velocità sfrenata, perde il controllo della moto e cade rovinosamente in un fiume. Non appena emerge alla superficie, Jo vede alla riva Jane, con un aspetto normale se non fosse un’aria depressa e delle occhiaie spaventose….le chiede aiuto, ha le gambe spezzate…! Jane non si cura dell’amico e lo lascia morire. La nostra sciatta interprete viene successivamente internata in una clinica dove, nell’indifferenza generale viene visitata da una rediviva Lady Alexander che le darà la morte. Lo spiegone finale del dottore che scopre il suo corpo privo di vita e con un coltello conficcato in pancia è un delirium tremens che è impossibile riassumere dato che cerca di dare una o più spiegazioni plausibili a una storia che non ne può avere in nessun modo e che forse neanche necessita di un senso…
Se il film è certamente indifendibile sul piano della recitazione, va comunque apprezzato per la sua capacità di portare lo spettatore in una dimensione totalmente estranea a film contemporanei, che si trova da qualche parte tra la commedia di costume, il grottesco, l’horror, il gotico e perché no il comico. (si tratta in effetti innegabilmente di un film che diverte). Questo il film di Freda in assoluto meno visto, che la stragrande maggioranza delle filmografie ufficiali non riporta nemmeno e che in modo bizzarro e alquanto imprevedibile è tornato ad avere seconda vita e dignità grazie ad un’ottimo restauro.

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