giovedì, agosto 24, 2006

Blood in blood out - American Me: Due pellicole carcerarie a confronto














Di recente mi è tornata la febbre di un genere cinematografico che ho sempre ritenuto di prim'ordine, quello carcerario: un genere facilmente (ri)modellabile a secondo dei gusti del pubblico e delle attitudini del regista di turno. (come ogni genere di nicchia che si rispetti...no??)
I due film in questione rientrano in un filone tutto particolare, quello delle guerre fra "prison gangs" visto dall'interno della "Eme", la mafia messicana.
Prodotti in contemporanea ('92) entrambi i film ricalcano praticamente lo stesso plot, quello di ragazzi affiliati a gang dei quartieri emarginati della Los Angeles degli anni 60' e 70' che per questioni di delitti d'onore (o presunti tali) si ritrovano a scontare pene in carceri durissimi.
L'esperienza traumatica della detenzione segna profondamente i protagonisti che scopriranno all'interno del microcosmo tutte le ingiustizie del sistema carcerario e l'insensatezza dei valori per i quali erano, fino a poco tempo prima, pronti a morire.
Ma torniamo a noi...
BLOOD IN BLOOD OUT, conosciuto anche col titolo di BOUND BY HONOR e in italiano PATTO DI SANGUE, si presenta come un polpettone televisivo di quasi tre ore, molto ben confezionato, tanto da poter essere scambiato per una pellicola cinematografica a tutti gli effetti.
Il plot é quanto di più funzionale per illustrare i meccanismi che schiacciano le minorità latine tra carcere e crimine. Miklo, mezzo sangue messicano torna a "East Los" (East Los Angeles) in libertà vigilata dal riformatorio dopo aver picchiato a sangue il padre, un americano razzista che sfoga le proprie frustrazioni sul figlio; arrivato in quartiere inizia un periodo di scorribande con il cugino Paco, pugile di buone speranze e Cruz, un artista di Murales che di lì a poco riscuoterà grande successo. Niente lavoro, nessuna possibilità di poter accedere a degli studi e fortissime tensioni familiari...ai ragazzi dei "barrios" californiani non rimane altro che la strada come luogo di auto-affermazione. Miklo, a causa della sua carnagione bianca, non viene considerato un "carnal" dai ragazzi del suo circondario e per guadagnarsi maggior rispetto, una notte in cui ragazzi di una banda locale sconfinano nel loro quartiere, si butta all'attacco di quest'ultimi demolendo la loro macchina e mettendoli in fuga. Adesso anche Miklo ha tatuato il simbolo dei "vatos Locos" sul polso, segno che implica l' ingresso nella gang giovanile di cui Paco e Cruz già facevano parte. Purtroppo l'impresa di Miklo non fà altro che aprire una spirale di violenza che lo porterà dritto dritto in carcere a seguito di un omcidio che commetterà per salvare la vita del cugino, ormai suo "carnal" a tutti gli effetti...
Una volta a St. Quentin il carcere di massima sicurezza più duro del paese, Miklo è vittima dei sopprusi dei carcerati più anziani, e non solo dei bianchi e dei neri ma anche degli ispanici stessi, che per accettarlo nella loro gang "La Onda" gli chiedono di uccidere un grosso esponente di una pericolosa gang rivale....blood in - blood out....questo il motto della "Onda".
Inutile dire che Miklo ucciderà, entrerà nella gang e, distrutto dall'esperienza di un tentativo fallito di re-inserimento nella società, una volta tornato a St.Quentin ne diventerà il dominatore.

Riassumere la trama di "American me" significa ripetere per 9/10 quello che avete appena letto. I due film tuttavia hanno sostaziali differenze stilistiche (più didattico/didascalico il primo - più storico/introspettivo il secondo che rimane più pessimista.) Entrambi le pellicole hanno il pregio di mettere a fuoco il problema della perdità dell'identità che stà alla base della creazione delle gangs...che sono l'ultima possibilità per vite ormai perdute nel dimenticatoio del carcere, di dimostrare, seppur nella disperazione della violenza dell'ilegalità e del soppruso, di esistere ancora.
Buona visione.